martedì 12 maggio 2009

Piscina e Arcotronics nel programma della lista Nuova Vergato

Non ho resistito alla tentazione di spulciare nel programma della lista Nuova Vergato. Di certo la chicca più gustosa è quella che riporto qui a proposito della crescita dei confini comunali per poter costruire ancora. Ma anche il detto e contraddetto sull'Arcotronics merita una certa attenzione, anche perché più concreto e allettante per eventuali interessi in campo. Cito dal programma Nuova Vergato, disponibile qui:


Un impegno che la nostra lista vuole assumersi con i cittadini è di garantire che in futuro l’area attualmente occupata da ARCOTRONICS mantenga una destinazione produttiva. Sembrano infatti confermate le voci che circolano da tempo sulla definitiva chiusura dello stabilimento nel 2010. Una destinazione all’uso residenziale, come avvenuto in passato con l’area ILM, oltre a non favorire lo sviluppo già in crisi del settore, provocherebbe un’inevitabile speculazione edilizia a vantaggio di pochi, con il conseguente ulteriore aumento demografico in un centro che si presenta 0già carente dei servizi minimi essenziali. Crediamo che questa volta non si debba sottovalutare il problema.


Poco oltre:


NUOVA VERGATO LA PISCINA LA VUOLE! [...] La prima ipotesi dovrebbe considerare l’area Arcotronics e far sorgere non il solito comparto residenziale fine a se stesso ma un piano urbano particolareggiato che preveda che gli oneri di urbanizzazione concorrano alla edificazione di una piscina ad uso pubblico contornata da bar ristorante albergo, strutture per l’accoglienza ma che anche devono sostenere la gestione della piscina pubblica, assegnata mediante una trasparente gara tra gestori del settore.


Nel giro di poche pagine prendono un impegno e lo smentiscono, a meno che un albergo un bar e delle non identificate strutture per l'accoglienza (?), che potranno occupare sì e no una dozzina di persone, possano essere considerate produttive. Per inciso, la verità che ritengo andrebbe detta ai cittadini vergatesi è che le passate amministrazioni non hanno sfruttato neppure il momento d'oro del mattone per farsi fare la piscina come onere per i grossi permessi edificatori. Forse non era neppure possibile: se ci fate caso quasi tutte le piscine che ci sono in giro sono degli anni settanta, periodo in cui il pubblico investiva senza remore o limiti di bilancio.


Che un albergo (settore in piena crisi in tutta Bologna, con gli albergatori che imprecano ogni volta che i Comuni ne consentono l'edificazione di uno nuovo) e un bar possano sostenere la costruzione di una piscina è pura fantasia. Non ci sarebbe niente di male (con tutto l'orrore che hanno costruito a Vergato sarebbe la prima cosa con un senso compiuto), ma non è che un sogno.


A meno che non si tratti di un segnale lanciato in aria. Perinde ac cadaver nei confronti dei desiderata dei costruttori: piscina o no, questo è quello che conta, probabilmente..


Wolf Bukowski



Stop al consumo di territorio
Campagna nazionale

Stop al Consumo di Territorio

Nessun commento:

Posta un commento