martedì 19 maggio 2009

Pedalo, penso ed esisto

  • La rivoluzione si fa andando in bici
    Massimo Bellini
La mobilità di fondovalle è in crisi. Crescita spropositata dei centri abitati, sprawl, insomma, fatevi un giretto in auto la mattina, cercando di oltrepassare Casalecchio e capite del delirio sadico di cui parliamo.
Localmente? La creazione di stazioni anche presso il negozio della zia Emma (Marzabotto, con 3 stazioni, quasi 4 se consideriamo quella di Pioppe di Salvaro ha più stazioni di Modena, Brescia, Ravenna, … ) è stata la stura per ulteriori crescite immobiliari (il PTCP prevedeva che  espansione edilizia avvenisse solo lungo direttrici ferroviare, a distanza fissata dalle stazioni esistenti. Cosa hanno fatto? Ecco un tot di nuove stazioni, la stura edilizia assicurata, fatta la legge, trovato l’inganno).
Il risultato di questo consumo scellerato di territorio è il mostro Pioppe, il mostro Silla, il mostro Borgonuovo,  etc.,  il treno che si lumachizza anno dopo anno sempre più, altre espansioni a Pian di Setta (stazione dalla quale i treni in fermata sono quasi spariti). Ciò che è paradigmatico della pessima antiurbanistica che ha caratterizzato questi territori in lustri di malaministrazione PD (ormai ci vorrebbero 5 nomi, insomma, quelli lì) è proprio Pian di Venola, un tumore cresciuto virulentemente proprio in seguito alla realizzazione della 3a stazione di Marzabotto.
La mobilità di fondovalle a breve distanza, ottimamente compatibile con l’andamento planimetrico, deve essere  garantita anche da piste ciclabili, non da altre stazioni parcheggi lottizzazioni ehm, riqualificazioni.
Ad esempio,  a Vergato, se questi qui avessero pensato che il tumore che hanno favorito in tutti modi, avrebbe richiesto di muoversi ed andare in stazione a piedi o in bici, avrebbero costruito i marciapiedi e qualche pista ciclabile. Ora, Vauban la città che ha fatto a meno delle automobili, non è su Marte o Venere, è a poche centinaia di km da noi, con persone in carne ed ossa come noi. Qui i vari Focci, Testoni, Sassi, hanno in mente di fare il buco Reno-Setta.
Ecco, capite che siamo al delirio completo. (danno comune e afflusso di   euri in portafogli già obesi di cavatori, immobiliaristi, proprietari di lottizzazioni, costruttori).
La mobilità nei centri e tra centri di fondovalle deve essere a misura di uomo e ciò avviene a piedi e in bicicletta, su marciapiedi e piste ciclabili.
Si risparmia anche in farmaci, in palestra e consulenze per diete dimagranti, dal benzinaio, si sta molto bene, a volte si fischietta o si canticchia qualcosa, pedalando sulle rive del Setta o del Reno.
Cesare Zecca
Bicicletta
(immagine: Roby Ferrari)

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