mercoledì 20 maggio 2009

Libertà di stampa in Italia, l’allarme dei giornalisti italiani

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Vorrei ricollegarmi a quanto scritto da Cesare Zecca, in particolare all’episodio “I comunisti, avete visto che disastro che hanno fatto, Chernobyl, io ora voterò B…….”
Non entro nel merito della questione, probabilmente questo signore, obnubilato dal grande fratello, da tette e culi generosamente offerti dal circo barnum della partitocrazia, trampolieri e trapezisti, clown bislacchi, tendoni rappezzati, impegnati in un misero e decadente ultimo spettacolo, pensa che il suo voto di protesta sia un dispettuccio, innocente, uno scherzo, seguito da un’ilarità generale, uno spritz e di nuovo tutti a casa.
Prima che la mega-tv al plasma imperasse nelle nostre case, quando ancora si usava chiacchierare, durante la cena, quando il nipotino innocente ed occhialuto, gran secchione a scuola, con fare amorevole e sguardo illuminato, rispondeva al nonno : “Aho’ Nonno, c…o stai a dì?”
e gli spiegava che Chernobyl in Italia esiste già, si chiama Acerra ( vedi link ), e che le centrali nucleari che vogliono costruire, solo in Italia tra l’altro, fanno parte del solito business ( vedi link ) ed il tutto, mescolato in un gran insalatone, infarcito di incostituzionalità tra l’altro, dato in pasto ai vegetali dello zapping nostrano per convincerli della bontà delle loro follie.
Credo che i comuni dovrebbero dotarsi di un sistema informativo che permetta a tutti di conoscere la folle realtà italiana, dai conflitti di interesse ai festini di mister b,
oltre a quello che succede all’interno dei consigli comunali, ovviamente
Riporto un articolo tratto da MicroMega
Mozione urgente sulle pressioni del governo italiano contro il giornalismo
Il Meetign annuale della Federazione Europea dei Giornalisti (EFJ), che si tiene a Varna, in Bulgaria, dal 15 al 17 maggio 2009
considerando recenti rapporti sulla libertà d’informazione in Europa
esprime preoccupazione per i continui attacchi del governo italiano all’autonomia dei giornalisti. Negli ultimi giorni il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha rigettato le domande connesse all’impatto del suo divorzio sulla gestione della cosa pubblica, accusando un giornale ed il suo editore di “invidia e odio”. In questi stessi giorni, il servizio radiotelevisivo pubblico sta per nominare i nuovi direttori di testate e reti, ed il governo sta esercitando un’influenza esorbitante: il tema è stato esaminato dai leader politici della maggioranza nella residenza privata di Berlusconi, che è anche il proprietario della televisione privata in competizione con il servizio pubblico;
riafferma che il conflitto d’interesse è una seria e pericolosa limitazione all’indipendenza del giornalismo;
sostiene il sindacato italiano nella sua lotta contro questa indebita concentrazione di potere politico e mediatico.

(approvata all’unanimità)
Queste mozioni sono anche il frutto del prezioso lavoro svolto dal presidente e dal segretario della Fnsi, Roberto Natale e Franco Siddi.
Nelle stesso ore, in Italia, il presidente imperatore si scagliava invece contro i media ritenuti resposabili, in combutta con le opposizioni, di aver diffuso i germi della crisi economica e sociale che sta travagliando anche l’Italia. Sembra solo una frase demenziale, in realtà è il preannuncio del colpo di mano che i berlusconiani stanno preparando per mettere sotto controllo tutta la Rai ed espellere dal video chi ancora si ostina a raccontare la realtà e fare le domande.
Tra qualche giorno le mozioni e i documenti non basteranno più, bisognerà cominciare a pensare a qualcosa di più eclatante e di più clamoroso per impedire il definitivo svuotamento dell’Art21 della Costituzione. Se e quando, per esempio, il governo dovesse decidere di porre la fiducia sulla legge bavaglio a proposito di intercettazioni sarà davvero il caso di promuovere una grande campagna a favore della obiezione di coscienza contro una legge che si propone di eliminare il diritto di cronaca. In quel momento ciascuno di noi dovrà schierarsi e non dovranno essere consentite distrazioni, omissioni, fughe dal proprio dovere politico, civile, profesionale. (Giuseppe Giulietti)

Massimiliano Chirico

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